La lingua del serpente


Il ritrovamento del corpo di un uomo all’interno del deposito biciclette dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, all’alba del 9 marzo 2010, coinvolge l’ispettore Reggiani in una nuova indagine che porterà avanti in un’atmosfera rarefatta in cui le verità, fin dall’inizio, si intuiscono nascoste dietro ad altre ambigue e misteriose verità. Del resto anche i fatti, i nudi fatti, non sono quelli che sembrano.


Perché l’ispettore capo Neri è morto improvvisamente durante il matrimonio della sua bellissima figlia, nella chiesa di San Pietro?


I filoni d’indagine si moltiplicano, diversi fronti dai risvolti impensabili si aprono in rapida successione e finiscono per incrociarsi. L’ispettore sa che le apparenze sono solo il velo ingannatore dietro cui si nascondono i crimini – ma che cosa è vero e che cosa non lo è? Qualcosa di sconvolgente è successo nel passato: giunge fino a lui l’eco di un’angoscia che viene da lontano. Con una forte disponibilità al rischio, Reggiani scava dunque nel passato oscuro dei personaggi mettendo al centro della ricerca, com’è suo costume, soprattutto l’uomo, con le sue fragilità, le sue crudeltà, i suoi slanci e le sue miserie.


Non mancano vortici di intrighi e di corruzione in una città che assiste al crollo della propria tradizione di pulizia morale e della propria identità storica.


L’incontro inatteso con una donna, Liana, avvenuto dopo anni di accettata solitudine, arricchirà e complicherà la vita dell’ispettore, lo immergerà ulteriormente in agitate acque in cui, fra difficili indagini e nuovi imprevedibili sentimenti, vivrà fra la necessità della forza, e la grazia disarmante della tenerezza.


Una storia inquietante, di tono realistico ma non priva di suggestioni che sfiorano il paranormale: un affascinante mistero che porta il lettore in un viaggio di forti emozioni, di sguardi nel suo lato oscuro e nel folto groviglio delle sue paure.


Thriller di verità scomode sepolte nel passato, di retroscena, di omicidi veri e immaginati, di disincanto, ma anche di riscatto, d’impegno civile, di bisogno d’amore.


2 commenti:

  1. Salve Riccardo, durante la festa a Villalunga avrà incontrato talmente tanta gente che difficilmente si ricorderà di me, in ogni caso sono Elisa ... anzi Elisabetta. Indipendentemente dalla piacevole chiacchierata che abbiamo fatto, ho acquistato il suo libro molto fiduciosa e devo dire a ragione, infatti mi è piaciuto molto, effettivamente l'ho trovato più incalzante rispetto al precedente, ma con questo non intendo assolutamente dare un giudizio in meglio o in peggio. Generalmente, quanto si legge un primo romanzo, si è condizionati dall'incontro con lo scrittore e con il suo modo di creare e presentare storia e personaggi, dal secondo romanzo in poi qs "scoglio" si considera superato e si gode al meglio la lettura. Mi è piaciuto il "giallo" del romanzo, ma ho apprezzato molto anche la parte di introspezione, di analisi dell'animo umano, con descrizioni non troppo prolisse, ma precise e ironiche al punto giusto, tanto da suscitare un sorriso e far pensare durante la lettura <> (Mi riferisco in particolare ai passaggi relativi all'innamoramento dell'ispettore Reggiani e a ciò che ne consegue). A qs punto, in attesa che esca il prossimo libro, leggerò anche "Incantatori di galline" e se le fatà piacere lascerò un altro mio commento ... magari più conciso?!?!

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  2. Errata corrige al commento precedente (mi sono accorta che manca una frase)
    .. da far pensare durante la lettura: cavoli, è proprio così !!!

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