Incantatori di galline

Anche se si presenta come una serie di racconti, Incantatori di galline è un romanzo la cui struttura è articolata in vari nuclei (alcuni drammatici, alcuni lirici, alcuni umoristici) che, attraverso un filtro memoriale interpreta sempre, con le vicende private, la grande storia collettiva di un secolo, fino ai giorni nostri.

Tra realtà e invenzione, si intrecciano nel riso e nel dramma le storie di uomini diversi, e insieme simili, nella umanità del loro sentire: Socrate, che mentre coltiva la terra che ama, insegue col pensiero la conoscenza degli uomini e delle cose; Corrado, curioso delle singolarità della vita in tutte le sue forme; Menato, che risponde a un destino persecutorio con dissacrante ironia e con la fantasia della trasgressione; il partigiano Renzo, che rifiuta la violenza anche se la causa è giusta; l’umanissimo “matto” Rolando, delle cui stravaganze si ride fraternamente…

E poi ci sono le donne, indimenticabili nella intensità dei sentimenti e nella diversa grazia dell’essere: Gelinda, la madre saggia e amorosa; Majèt, nel suo struggente conflitto con Dio che le uccide tutti i figli; suor Virginia la dolce, nella sua tormentosa attesa di un segno dalla Madonna; Merope la levatrice, cui il mondo appare più luminoso dopo la nascita di un bambino; Maria la prostituta, che scopre un giorno il suo bisogno d’amore; Ester, piccola moglie adultera che vive il sesso con innocenza.

E poi c’è il paese, Sabbione, con l’osteria del Cide e il negozio del barbiere, in cui si incontrano i personaggi più curiosi: i famosi ciavadòr, i vagabondi con le loro storie stravaganti e tante altre figure di uomini strani. Storie in cui si affaccia l’eco della novellistica classica italiana in quell’aura modernissima che circonda sempre i furbi e gli stolti, i beffatori e i beffati, i teatranti e i bugiardi.

Intorno a loro, una natura descritta nei suoi aspetti più dolci e fraterni, mitici a volte, ma colta anche nei momenti più terribili, quando la tempesta e la guerra sconvolgono il mondo e la vita.

E Sabbione, allora, è anche la nostra casa e la nostra terra, e questi personaggi sono i nostri amici e parenti, e siamo noi, che ce li portiamo dentro a lungo, con il loro pianto e il loro sorriso.

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